24 fotogrammi. Storia aneddotica del cinema
Francesco Clerici
Editore: Secondavista Edizioni
Pagine: 170
Prezzo: 12,00 €
Un secondo di un film, 24 fotogrammi, 24 storie che gravitano intorno al cinema. 24 storie che parlano di geni, registi per caso, filosofi del cinema, tecnici della cinepresa, ma anche di ognuno di noi.
LA RECENSIONE
Mi avvicino a questo libro da profana del cinema quale sono e mi preparo a farmi trasportare in un mondo che conosco poco ma che so essere incredibilmente affascinante.
Decido di non sfogliare il libro prima della lettura, ma di prendere le parole come vengono, dalla prima all'ultima, come fosse un romanzo.
Il primo protagonista, Georges Méliès, è già una promessa: non poteva essere che lui ad aprire questa galleria di aneddoti, che io voglio considerare come un'unica grande storia.
Una storia d'amore.
Perché è così che ho percepito questo libro: come un unico grande racconto in cui personaggi assolutamente diversi e lontani tra loro esprimono, ognuno a loro modo, lo stesso amore (uguale, ma ogni volta diverso) per la cosiddetta "settima arte".
Un amore non sempre particolarmente romantico, o felice, o incantato, ma pur sempre profondo, viscerale e autentico in ogni sua manifestazione.
Come quello che troviamo nel racconto Topaia, in cui assistiamo alla nascita del più grande personaggio di fantasia del passato, del presente e (concedetemelo) certamente anche del futuro.
Ebbene, quella raccontata qui da Francesco Clerici non è, come dicevo, una storia romantica nel senso più stretto del termine (in fondo da questo racconto traspaiono un Walt Disney e un Ubbe Ert Iwerks decisamente poco carismatici e persino piuttosto disperati!), eppure è una storia che parla di come due uomini abbiano cambiato il mondo. Anzi, di come abbiano creato un mondo.
E non è amore questo?
E non è amore questo?
E che dire della partecipazione di Charlie Chaplin ad un concorso come sosia di sé stesso? Un evento passato alla storia (ebbene si, lo conoscevo persino io che di cinema non so quasi nulla!) come conferma del profondo amore di Charlie Chaplin per quel folle universo della celebrità, che a volte è talmente cieco da non riuscire nemmeno a riconoscere i propri idoli.
Tra un inedito Billy Wilder e un incredibile Alfred Hitchcock, arriviamo poi al geniale "Caso Rambaldi" in cui Luisa (della Lella) racconta all'amica Mirella (anche lei detta Lella) di come il cinema possa a volte apparire "più vero del vero".
E poi via, passando da nomi a me sconosciuti come Joseph Antoine Ferdinand Plateau, Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack ad altri più noti come Akira Kurosawa, si giunge a parlare di personaggi decisamente meno "famosi" ma che nel loro piccolo contribuiscono ogni giorno a riaffermare una passione che dura da più di un secolo.
Francesco Clerici racconta così un secolo di storia attraverso aneddoti piccolissimi, a volte addirittura microscopici, eppure a loro modo colossali.
Sono racconti, 24 racconti che si nutrono di cinema per fare letteratura, come ha affermato l'autore stesso.
Un tentativo di unire due mondi, quello del cinema e quello della letteratura, trasformando in carta e inchiostro quello che è stato suoni, immagini, luce e pellicola, in un processo inverso a quello abituale.
Un tentativo di unire due mondi, quello del cinema e quello della letteratura, trasformando in carta e inchiostro quello che è stato suoni, immagini, luce e pellicola, in un processo inverso a quello abituale.
Un tentativo decisamente ben riuscito!
Piace a tutti questo libro, cinefili e non... Penso che il merito sia il misto di stili con cui è realizzato, dal malinconico al surreale all'umoristico. E devo confessare di aver riso - a momenti sguaiatamente - anche per la prefazione dell'autore. Da leggere da cima a fondo, comprese le note ;)
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