domenica 5 febbraio 2012

RECENSIONE
Il circo della notte, di Erin Morgenstern






LA TRAMA

Londra, 1886: il circo compare all'improvviso, senza annunci. Gli spettacoli cominciano al calar della notte e finiscono all'alba, quando il cancello chiude i battenti e i tendoni bianchi e neri spariscono alla vista. È "Le Cirque des Rêves", il circo dei sogni, il luogo dove realtà e immaginazione si fondono e la mente umana dispiega l'infinito ventaglio delle sue potenzialità, seguito da un esercito di appassionati disposti a tutto per vedere le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio... Ma dietro le quinte due maghi, da sempre rivali, si sfidano per il tramite di due giovani allievi scelti e addestrati al solo scopo di stupire e umiliare l'avversario. Contro ogni regola e ogni aspettativa i due giovani, Celia e Marco si scoprono attratti l'uno dall'altra: il loro amore è una corrente di elettricità più forte di qualsiasi magia, che minaccia di travolgere i piani dei loro maestri e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.  


LA RECENSIONE

Il circo della notte è un libro che si legge con estrema tranquillità. Niente porta il lettore a precipitarsi all'interno dei capitoli; nulla lo aiuta ad appassionarsi alla vicenda.
Le lettura procede lenta, e il senso di smarrimento ha subito la meglio.
I continui salti temporali e geografici che aprono ogni capitolo non aiutano infatti a seguire la storia e lo sviluppo delle vicende, e, anzi, sembra proprio ostacolarne la comprensione.
Tutt'ora, a lettura finita, non saprei ricostruire l'ordine cronologico degli eventi, né saprei attribuire una collocazione geografica ad un qualsiasi evento della storia.
Quello che ci racconta Erin Morgenstern è dunque una storia (volutamente?) nebulosa, che probabilmente vuole lasciare nel lettore una sensazione di stordimento.

Erin Morgenstern non ha però calcolato che quando un lettore non riesce ad immergersi completamente nella storia, questa non può generare nessuna emozione nel lettore.
E infatti le vicende narrate in Il circo della notte rimangono completamente impermeabili al continuo tentativo del lettore di immergersi in esse.

Quello che posso dire, non essendo riuscita ad entrare veramente nella storia, è solamente che il libro parla di un circo molto particolare.
Che attorno a questo circo si muovono una serie incredibilmente eterogenea di personaggi più o meno magici e più o meno ordinari: contorsioniste, trapezisti, illusionisti, cartomanti; e poi amatori del circo, persone normali unite dall'amore per la magia e l'illusione.
E che in questo circo ha luogo una sfida; ma questo più che altro l'ho capito dalla trama, perché nel romanzo questa cosa si percepisce a malapena.

Ed è proprio questo uno dei motivi per cui Il circo della notte mi ha lasciata perplessa: quello che infatti dovrebbe essere il perno della storia - la sfida tra due persone dotati di poteri magici - non è in realtà una sfida!
Perdonatemi se, essendo abituata a romanzi come "Harry Potter" o "La corporazione dei maghi" di Trudi Canavan, quando mi si dice "sfida di magia" penso subito a bacchette magiche, lezioni di magia e sfiancanti duelli.
Quello di Il circo della notte è un duello decisamente inedito: nessuno scontro diretto, nessun combattimento, bensì un puro e semplice scambio di magie, atte a migliorare il circo e a creare divertimenti per gli ignari spettatori. Il Giardino di Ghiaccio, L'Albero dei Desideri, il Labirinto: semplici "creazioni".
La sfida tra i due protagonisti, Celia e Marco, è quindi più che altro uno scambio mentale, una semplice alternanza di mosse. Esattamente in una partita a scacchi. 
E non mi venga a dire la Morgenstern che non è una partita a scacchi (e lo dice pure 2 o 3 volte!) perché lo è proprio in tutto e per tutto!

E' nelle prime pagine che prende vita la sfida tra i due protagonisti, i quali in realtà risultano completamente ignari dell'esistenza reciproca. 
Non sono infatti loro a far nascere la rivalità, bensì rispettivamente il padre di Celia e il maestro di Marco, che ben se ne guardano dal presentare i relativi contendenti.
Risultato: i due ignorano l'identità del rivale per qualcosa come 10 anni, muovendo le loro pedine in tutta indipendenza, senza nemmeno conoscere le mosse dell'altro.

Ed è nel momento in cui finalmente conoscono le relative identità che i due si innamorano fatalmente.
Ma cambia forse qualcosa all'interno della storia? No, gli anni passano, e Celia e Marco continuano a muovere i propri pedoni, uno alla volta, senza che nessuno mangi mai un pezzo all'altro. Una partita perennemente alla pari.
Persino il loro amore non è in grado di aggiungere dinamismo ad una storia che pare più inconcludente di Il deserto dei Tartari.

La monotonia del romanzo è contrastata solo dall'innegabile bravura di Erin Morgenstern nello scrivere. Non è facile raccontare così poco in 460 pagine e a farlo con uno stile ammirabile!
L'avesse scritto un altro, questo libro sarebbe stato un fiasco. 
Erin Morgenstern, invece, riesce a bilanciare perfettamente la monotonia della storia, mantenendola palpabile e costante per tutto il libro senza mai scadere in momenti veramente pesanti, senza mai toccare il livello "noia mortale". 
Non c'è un punto della storia in cui si riesca ad abbandonare il libro, a dire "Basta, non ce la faccio più". 
La lettura procede così per inerzia e non può che portare, in un modo o nell'altro, al finale.
E' forse questa la sua vera magia.


6 commenti:

  1. Che dire... non è certo una recensione molto positiva, e, d'altra parte, non fa altro che confermare i miei dubbi iniziali: altrochè paragonarlo ad Harry Potter, semmai a Twilight, un'altra serie non riuscita sebbene abbia milioni di fans al seguito.

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  2. Speravo in qualcosa di più magico e affascinante... ancora non ho iniziato a leggerlo, vorrei riuscire a farlo questa settimana, ...bé, speriamo che almeno io riesca a portarlo a termine! (sto facendo salti mortali per arrivare alla fine dell'inutilissimo Damned!)

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  3. Bè, devo ammettere di essere stata un po' severa ma, come ho detto, quando vengono tradite le mie aspettative ci rimango molto male.
    Però essendo un libro auto conclusivo non me la sento assolutamente di sconsigliarlo.
    Fatemi sapere cosa ne pesante qualora doveste leggerlo!

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  4. Dimenticavo... ti volevo informare che ho premiato il tuo blog con il "The Versatile Blogger Award"
    http://welcometobookland.blogspot.com/2012/01/versatile-blogger-award-2.html

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    1. Grazie! ^^
      Passo a ringraziarti anche sul tuo blog ^^

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  5. Recensione giustamente negativa, sono decisamente d'accordo.

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