Shadowhunters. Le origini
Il Principe
Cassandra Clare
Editore: Mondadori
Pagine: 480, rilegato
Prezzo: 17,00 €
LA TRAMA
Il Consiglio
vuole spodestare Charlotte Fairchild, per affidare il comando del
Conclave e dell'istituto a Benedict Lightwood, uomo senza scrupoli e
affamato di potere. Nella speranza di salvare Charlotte e l'istituto,
Will, Jem e Tessa decidono di svelare i segreti del passato di Mortmain e
scoprono sconvolgenti legami fra gli Shadowhunters e la chiave del
mistero dell'identità di Tessa. In una Londra vittoriana fosca e
inquietante, la ragazza, intrappolata nei sentimenti che prova per Will e
Jem, si trova a dover compiere una scelta cruciale quando scopre in che
modo gli Shadowhunters abbiano contribuito a fare di lei "un mostro".
Sconvolta, Tessa è tentata di schierarsi con il fratello Nate dalla
parte di Mortmain... Ma a chi è davvero fedele? E chi ama, nel profondo
del suo cuore?
LA RECENSIONE
Quella di Shadowhunters è una saga abbastanza canonica nel mondo dello young adult, sebbene la sua piccola dose di steampunk lo renda già abbastanza speciale da distinguersi dalla "massa".
La storia dei Nephilim ambientata nell'Ottocento ha un fascino che mancava, a mio parere, alla prima trilogia. Qui l'atmosfera assume una nota speciale, qualcosa che lo rende più distante dalla realtà e per questo più intrigante.
Le vicende di Tessa appassionano, ma sono i co-protagonisti Will e James, con i loro background così ben studiati, a tenere incollato il lettore alle pagine.
Le tre storie si incrociano creando una trama fitta a stratificata, dove nulla è lasciato al caso e dove ogni singolo particolare è parte di un insieme incredibilmente ben congegnato.
Non scorre pagina in cui non si arrivi a pensare "Quanto scrive bene quest'autrice?". Nessuna frase è di troppo, nessuna scena è lasciata al caso. Persino le descrizioni, forse a volte leggermente prolisse, sono necessarie e puntuali, sempre efficaci e capaci di evocare la giusta atmosfera.
Come nel primo volume, L'angelo, che forse ho amato anche più di questo, l'ambientazione, la storia, i colpi di scena e l'indagine psicologica dei personaggi risultano impeccabili.
La storia d'amore ormai ufficialmente triangolare tra Will, Tessa e Jem tiene col fiato sospeso; mentre il filo conduttore della ricerca di Mortmain (antagonista fisicamente assente ma, forse proprio per questo, sempre più convincente) rende impossibile l'abbandono della saga.
Spendere due parole per la cover, a questo punto, è d'obbligo: premetto che non amo particolarmente questo viso (molto meglio quello de L'angelo, anche se un po' troppo "finto"), ma devo dire che i colori e il mood sono di grandissimo effetto.
L'edizione Giunti, poi, con la lettera di Will a Tessa (ne L'angelo la lettera era di Will per i genitori) nascosta dietro la copertina, è un piccolo gioiello.
Forse cinque stelle sono un po' esagerate per un libro che, per quanto bello, non entrerà mai a far parte della mia collezione di "preferiti". Non lo paragonerò certo ad Oceano Mare di Baricco, o a Vango di Timothée de Fombelle, e neppure a Buona Apocalisse a tutti! di Neil Gaiman e Terry Prachett (giusto per citare dei titoli estremante diversi eppure di pari importanza per me). Questi sono i libri sacri, e li lascerò lì, nello loro meritata solitudine.
Ma quando chiudi un libro e senti di aver perso un amico, quello è un buon libro: diceva così Paul Sweeney, ed è quello che mi capita solo a volte, quando sento che un libro mi ha davvero accompagnato attraverso le giornate in cui l'ho letto, quando sento che quel libro è stato un po' come un piccolo conforto. Ed è questo il caso di Shadowhunters.
Ma quando chiudi un libro e senti di aver perso un amico, quello è un buon libro: diceva così Paul Sweeney, ed è quello che mi capita solo a volte, quando sento che un libro mi ha davvero accompagnato attraverso le giornate in cui l'ho letto, quando sento che quel libro è stato un po' come un piccolo conforto. Ed è questo il caso di Shadowhunters.
Quella di Shadowhunters è una saga abbastanza canonica nel mondo dello young adult, sebbene la sua piccola dose di steampunk lo renda già abbastanza speciale da distinguersi dalla "massa".
La storia dei Nephilim ambientata nell'Ottocento ha un fascino che mancava, a mio parere, alla prima trilogia. Qui l'atmosfera assume una nota speciale, qualcosa che lo rende più distante dalla realtà e per questo più intrigante.
Le vicende di Tessa appassionano, ma sono i co-protagonisti Will e James, con i loro background così ben studiati, a tenere incollato il lettore alle pagine.
Le tre storie si incrociano creando una trama fitta a stratificata, dove nulla è lasciato al caso e dove ogni singolo particolare è parte di un insieme incredibilmente ben congegnato.
Non scorre pagina in cui non si arrivi a pensare "Quanto scrive bene quest'autrice?". Nessuna frase è di troppo, nessuna scena è lasciata al caso. Persino le descrizioni, forse a volte leggermente prolisse, sono necessarie e puntuali, sempre efficaci e capaci di evocare la giusta atmosfera.
Come nel primo volume, L'angelo, che forse ho amato anche più di questo, l'ambientazione, la storia, i colpi di scena e l'indagine psicologica dei personaggi risultano impeccabili.
La storia d'amore ormai ufficialmente triangolare tra Will, Tessa e Jem tiene col fiato sospeso; mentre il filo conduttore della ricerca di Mortmain (antagonista fisicamente assente ma, forse proprio per questo, sempre più convincente) rende impossibile l'abbandono della saga.
Spendere due parole per la cover, a questo punto, è d'obbligo: premetto che non amo particolarmente questo viso (molto meglio quello de L'angelo, anche se un po' troppo "finto"), ma devo dire che i colori e il mood sono di grandissimo effetto.
L'edizione Giunti, poi, con la lettera di Will a Tessa (ne L'angelo la lettera era di Will per i genitori) nascosta dietro la copertina, è un piccolo gioiello.
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