venerdì 16 novembre 2012

RECENSIONE
Crossed. La fuga, di Ally Condie


Crossed. La fuga
Ally Condie

Editore: Fazi Lain
Pagine: 341, rilegato
Prezzo: 14,90 

LA TRAMA

Rincorrendo un futuro incerto, Cassia si ritrova nelle Provincie Esterne, alla ricerca di Ky, catturato dalla Società e destinato a morte certa, solo per scoprire che è fuggito attraverso i pericolosi e imponenti Canyon che confinano con la Società. In questo mondo di frontiera Cassia trova tracce di una vita differente e l’affascinante promessa di una ribellione. Sebbene abbia sacrificato tutto per ritrovare Ky, ingegnose sorprese inviate da Xander potrebbero cambiare di nuovo le carte in tavola.


LA RECENSIONE

Secondo capitolo della trilogia distopica inziata con Matched, Crossed è un libro di passaggio, e si sente. Già il titolo lo dichiara: crossed, attraverare.
E in effetti il titolo è emblematico non solo del suo essere il libro intermedio di una saga, ma anche del suo raccontare di un cambiamento che, come nella migliore tradizione letteraria, corrisponde ad un viaggio.
Alla fine di Matched avevamo lasciato i protagonisti divisi dalla Società: lui, Ky, allontanato a forza da tutti e costretto a partire per le temute Province Esterne; lei, Cassia, costretta con la sua famiglia a lasciare la Pronvicia di Oria per andare a vivere in un "campo di lavoro".
E li ritroviamo proprio lì, divisi ma accomunati da un destino decisamente poco propizio e da un obiettivo comune: ritrovarsi.
E' da questa divisione che nasce la struttura narrativa di Crossed: in ogni capitolo vediamo alternarsi il punto di vista di Ky con quello di Cassia, in un continuo passaggio di testimone.

Fin dall'inizio colpisce la netta frattura col primo capitolo della trilogia. Se in Matched il fattore distopico - e quindi l'impronta più prettamente "fantascientifica" - aveva un ruolo preponderante, qui lo troviamo un po' più diluito.
Di fatto i primi capitoli, soprattutto per quanto riguarda quelli raccontati da Ky, sembrano quasi non avere nulla a che fare con il primo libro della trilogia, ma piuttosto con un romanzo di testimonianze sulla guerra.
Impossibile non riconoscere le doti dell'autrice nel raccontare con tanta bravura uno scenario di guerra che, seppur inventato, colpisce per la sua credibilità e per la vividezza delle sue immagini.
Per combattere il fantomatico "Nemico", la Società ha infatti mandato nelle Province Esterne centinaia di Aberrazioni (per lo più ragazzini) con lo scopo di popolare i villaggi dei confini. Ciò non solo creerà nel Nemico l'illusione che la Società sia ancora popolosa e attiva anche nelle zone più esterne, ma gli offrirà anche un obiettivo da colpire, un capro espiatorio che garantisca la sicurezza delle Città. 
Impossibile non riconoscere i ragazzini soldato della Prima Guerra Mondiale in quelle Aberrazioni giovani e spaesate, la cui individualità è stata schiacciata da goffi cappotti e scomodi stivali su cui segnare con una tacca i giorni che passano, come in un muto calendario.
Tra questi "fantocci" - a tutti gli effetti delle vere e proprie marionette da immolare alla causa - c'è anche Ky.

Non molto diverso è il destino di Cassia: esiliata nei campi di lavoro tra "Aberrazioni femminili" affronta il suo allontanamento dalla Società come primo passo verso la rivolta.
Convinta dell'esistenza di un'Insorgenza, Cassia è decisa a ritrovare Ky e, assieme a lui, entrare a farvi parte, proprio per combattere quella Società che vuole ostacolare il loro amore.

Farò un piccolo spoiler parlando di quanto mi sia parso troppo facile il loro ricongiungimento. Di fatto i due si ritrovano in parte a causa alle manovre tattiche della Società stessa, impegnata nella sua campagna bellica contro il Nemico, e in parte grazie ad una fortuna abbastanza sfacciata.
Possibile che tra le centinaia di canyon desolati i due si ritrovino a percorrere proprio lo stesso? E chi è il ragazzo che aiuta Cassia a trovare il canyon giusto (e che, è evidente, conosce tanti segreti della Società) per poi morire poco dopo senza aver avuto altro ruolo nella storia?
Devo ammettere, inoltre, che il ricongiungimento dei due protagonisti pecca un po' di piattezza. Fin da subito si capisce che la lontananza ha già cominciato a creare un piccolo divario tra i due, che ben presto finiranno col trovarsi in netto disaccordo sul piano che riguarda la ricerca dell'Insorgenza.
Spaventato dal destino dei suoi genitori (coinvolti a loro tempo proprio in questo movimento di rivolta), Ky rifiuta in un primo momento di cercare il gruppo ribelle, sfidando apertamente il desiderio di Cassia di entrare invece a farvi parte come individuo attivo.

Non dirò altro per non fare troppo spoiler, ma mi limito a riportare le mie impressioni.
Rispetto al primo romanzo, Crossed appare leggermente sottotono. L'autrice scrive bene e riesce a rendere scorrevole una storia in cui i colpi di scena sono pressoché inesistenti (a parte un paio, devo ammettere, veramente ben congegnati). 
Ma si sa, i "secondi libri" hanno sempre questo difetto: devono portare avanti una storia che era stata introdotta in gran parte nel primo libro e che si concluderà solamente nel terzo.
Crossed è quindi un libro di passaggio, che vuole raccontare e al tempo stesso comunicare un cambiamento, un passaggio, un attraversamento. E ci riesce perfettamente.
Forse non lo ricorderemo come il capitolo più avvincente della saga, ma era un pezzo necessario di questo bellissimo puzzle che è la saga di Matched.



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