martedì 27 novembre 2012

RECENSIONE
The Kane Chronicles. La piramide rossa,
di Rick Riordan



The Kane Chronicles. La piramide rossa
Rick Riordan

Editore: Mondadori
Pagine: 483, rilegato
Prezzo: 17,00 

LA TRAMA

Dalla morte della madre, Carter è costretto a seguire in giro per il mondo il padre Julius, egittologo, e a vivere separato dalla sorella Sadie. Ai Kane sono concessi solo due giorni all'anno da trascorrere insieme, e durante uno di questi Julius decide di portare i figli al British Museum. Ma qualcosa va storto. Julius evoca una misteriosa figura. Un attimo dopo c'è una violenta esplosione e l'uomo scompare. Carter e Sadie si trovano ad affrontare una verità inattesa e sconvolgente: gli dei dell'Antico Egitto si stanno svegliando e il peggiore di tutti, Set, ha in mente uno spaventoso progetto di caos e distruzione a livello planetario. Per salvare il padre, i due fratelli cominciano un frenetico viaggio tra Londra, il Cairo, Parigi e gli Stati Uniti, un viaggio che li porterà vicini alla verità sulla loro famiglia e sui suoi legami con la Casa della Vita, una società segreta che risale al tempo dei faraoni. Sempre più increduli, sempre più coinvolti, sempre più in pericolo, scopriranno che spesso l'apparenza inganna...


LA RECENSIONE

Premetto che questo è il primo libro che leggo di Rick Riordan. Nonostante l'estremo successo della saga di Percy Jackson, di cui ho peraltro visto il film, non mi sono mai convinta a leggerne i romanzi. Un po' perché la mitologia greca non è tra le mie preferite, un po' perché l'ho sempre associato, come target di riferimento, a Spiderwick o simili, bollandolo come potenzialmente piacevole ma non abbastanza articolato da risultare accattivante.
Con l'uscita di The Kane Chronicles il mio interesse si è improvvisamente acceso. La mitologia egizia è sempre stata un mio pallino (tanto che da ragazzina mi leggevo i saggi di Christian Jaq sulla vita nell'Antico Egitto!) e poi l'idea di iniziare una nuova saga, ora che tutte quelle a cui ero più legata sono già terminate o in fase di conclusione, mi ha intrigato.
Spinta dall'entusiasmo ho acquistato anche il primo volume di Percy Jackson, incentivata dall'edizione economica e invogliata dalle lodi degli utenti di aNobii.

Leggendo La piramide rossa, però, tutti i miei dubbi iniziali hanno subito trovato riscontro.
Rick Riordan scrive bene ma risulta subito evidente (addirittura fin dalle prime righe) che scrive "per il cinema". La scrittura cinematografica può essere un pregio - e infatti Riordan ha successo proprio per la sua sintassi incalzante e per i dialoghi strampalati tipici da film per ragazzi - ma in troppi punti la trama lascia eccessivo spazio allo stile perdendo un po' di contenuti.
Di fatto la storia si compone di un'ininterrotta sequenza di scene d'azione, in cui si alternano inseguimenti, pericoli mortali, "mostroni" e fughe rocambolesche, lasciando poco spazio a quelli che sono i contenuti un po' più profondi.
Già dalla prima pagina entriamo infatti nel vivo del racconto, saltando completamente introduzioni storiche e presentazione dei protagonisti. Il primo capitolo si apre su un mistero già avviato e su una ragnatela fittissima di pericoli, segreti e avventure pregresse. Un inizio pensato ad hoc per i ragazzi a cui il libro è effettivamente rivolto, ideale per non annoiare e per cominciare subito a ritmo sostenuto.
È solo tra un pericolo e l'altro che i due protagonisti avranno l'occasione di conoscere, assieme a noi, un po' di più la mitologia egizia e di trovare il bandolo di quella matassa che è, a tutti gli effetti, la trama.
Di fatto però questi momenti sono troppo brevi, rubati all'eccessiva schizofrenia degli eventi e mai completamente soddisfacenti.
Sono forse i sogni dei due protagonisti a permetterci un po' di più di comporre il puzzle della storia: attraverso i sogni, vissuti come veri e propri viaggi nel tempo e nello spazio, i due fratelli acquisiscono una maggiore consapevolezza non solo della loro avventura e dei pericoli ad essa associati, ma anche di se stessi e del significato delle loro vite.

Nel complesso l'idea è buona, soprattutto se consideriamo che, come era successo per Percy Jackson, questi romanzi sono un ottimo modo per avvicinare i ragazzi alla storia ed alla mitologia.
Per un pubblico adulto rimane l'incognita di un linguaggio che a volte appare troppo farsesco e persino un po' ingenuo.
Non è per fare il solito paragone ormai inflazionato con autori come J.K. Rowling o Diana Wynne Jones, ma di autori capaci di scrivere storie veramente valide sia per ragazzi che per adulti ce ne sono davvero pochi.
Chissà che leggendo Percy Jackson - in attesa sulla mia libreria - non cambi un pochino idea su Rick Riordan...
Per ora posso solo dire che è un autore molto intelligente e soprattutto molto fortunato. Per associarlo ai due nomi precedenti, però, c'è ancora tempo.




2 commenti:

  1. Anch'io amo la letteratura per ragazzi ma non ho mai approcciato "Percy Jackson" proprio perchè temo sia troppo cinematografico. Ho già avviate un paio di serie di questo genere e penso possano essere letture d'evasione ottime, ma non sento la necessità di iniziarne altre. Grazie per la recensione, ciao ^_^

    RispondiElimina