giovedì 22 novembre 2012

RECENSIONE
Eterna, di Victoria Álvarez



Eterna
Victoria Álvarez

Editore: Fanucci
Pagine: 512, rilegato
Prezzo: 12,90 

LA TRAMA

Londra, 1888. Annabel Lovelace è cresciuta nel cimitero di Highgate, e non conosce nulla al di fuori delle sue alte mura. Abbandonata a soli quattro anni dalla madre, ha come unico affetto la cara zia Heather. Senza di lei non potrebbe affrontare il terribile zio Tom, custode del cimitero. A sei anni, dopo aver sofferto di cuore sin dal primo anno di vita, il medico di famiglia le prescrive una medicina che dovrà accompagnarla per sempre... Sei gocce di digitale purpurea per mantenerla in vita, sei gocce rosse come il sangue che la strapperanno alla morte. Insieme alle preziose gocce, arriverà per Annabel una sorpresa sconvolgente, che marcherà la sua esistenza fino alla fine dei suoi giorni. È in grado di comunicare con l’aldilà, di dare voce a coloro che l’hanno persa per sempre. Dieci anni dopo, Annabel è divenuta la medium più affermata del Paese, attirando l’interesse e le invidie dell’aristocrazia londinese. Se da un lato i suoi poteri verranno utilizzati da Scotland Yard per risolvere i casi più intricati, dall’altro la porteranno ad avvicinarsi a una presenza oscura e intrigante, alla quale non potrà fare a meno di legarsi...
E per rimanergli accanto, sfiderà il tempo e lo spazio, fino a varcare la soglia stessa della vita. Un romanzo che parla di amore eterno e di intrighi, con una dose di suspense che avvolge il lettore in una spirale travolgente. Pagina dopo pagina l’autrice ci immerge in un’atmosfera ricca di rimandi alla Londra dell’800, dal sapore dickensiano, con una maestria propria dei grandi del genere.

LA RECENSIONE


Da tempo sostengo di non essere una grande fan dei libri cosiddetti "mattoni": quelli che quasi fai fatica a leggerli da quanto sono grossi e ingombranti; che non te li puoi portare in giro perché non ti ci stanno in borsa; che non compri mai di getto perché un conto è lanciarsi alla cieca su un libricino che ti porta via qualche ora o, nel peggiore dei casi, un paio di giorni di lettura, un altro è invece investire una settimana o più in una cosa che rischia di non piacere.
Per il lettore il libro di più di 500 pagine è come una pagina bianca per uno scrittore: per alcuni è una sfida che si accetta con entusiasmo, per altri è come un tarlo nella testa o un peso sullo stomaco.
Personalmente appartengo a quel tipo di lettore che, pur leggendo moltissimo, non ama particolarmente soffermarsi troppo su un romanzo, cosa che mi ha spinto a diffidare sempre dai "libri mattone".
Di questo genere di romanzi ne ho letti pochi, e quei pochi sono sempre stati libri che valesse veramente la pena leggere: per lo più classici oppure romanzi di autori che già conoscevo e sui quali riponevo una certa fiducia (la fiducia che il tempo speso a leggere quel libro sarebbe stato ben riposto).
Non sono impazzita: questa lunga introduzione è per spiegare ciò che penso della strategia di mercato dei libri nel 2012 e, di conseguenza, di questo specifico romanzo.

Eterna è infatti il primo libro di una giovanissima autrice emergente. Dal punto di vista strategico e commerciale ho trovato quindi molto coraggioso da parte della Fanucci lanciare un libro di questo tipo ad un pubblico che, si sa, ormai predilige le saghe e i libri più snelli (anche se alla fin fine più costosi).
Spesso in Italia vediamo addirittura dividere in più parti libri che nel Paese d'origine erano in realtà volumi unici: l'esempio più evidente è quello del primo capitolo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. Martin.
Di fatto, Eterna, proprio per questo motivo ha suscitato in me un senso di diffidenza fin dall'inizio anche se, ammaliata dalla trama e incentivata dalla necessità di farne una recensione, l'ho cominciato con grande entusiasmo.
I libri lunghi generalmente partono molto lentamente e ti catturano solo dopo molte pagine. È quello che è successo anche con Eterna: la lentezza iniziale stronca subito il lettore entusiasta e lo costringe a prendere atto del fatto che non sarà una lettura "easy".
L'atmosfera cupa e la crudezza della prima parte rendono inoltre difficile appassionarsi - nel senso letterale del termine - agli eventi o ai personaggi, cosa che mi ha ricordato vagamente il caso di Jane Eyre: un romanzo molto cupo e malinconico che inizialmente ti costringe a procedere con una lentezza mostruosa, per farsi interessante solo dopo la metà.
La protagonista di Eterna è Annabel, una bambina per molti versi simile proprio alla piccola Jane Eyre. Abbandonata dalla madre per essere lasciata alla cura degli zii e affetta da una malattia che la rende fragile e che la avvicina alla morte tanto da renderla un tramite proprio con il mondo dell'Aldilà.

Nella prima parte del racconto la vediamo, ancora piccolissima, fare la scoperta di questa sua inquietante capacità, che la porterà ad essere tremendamente sfruttata dallo zio, a sua volta desideroso di farne una fonte di ricchezza.
L’unica persona su cui Annabel può contare è la zia, incapace però di darle un'effettiva protezione.
Presto il regno dei morti diventa la sua vera famiglia e, a cominciare dalla madre, brutalmente assassinata a Whitechapel (probabilmente proprio da Jack Lo Squartatore), Annabel comincerà a vedere i morti e a parlare con loro, diventando in poco tempo una vera e propria medium.
Da qui la storia prende avvio, facendosi più interessante col crescere della protagonista e con lo svilupparsi di dinamiche inaspettate, ma mantenendo comunque quella lentezza che è una costante di tutto il romanzo.
Immancabile - essendo, in fondo, uno young adult - è la storia d'amore che arriverà più avanti nel racconto. Una storia d'amore che molti hanno giudicato innovativa ma che io ritengo invece andare incontro ad una moda già affermata da tempo e quindi non particolarmente stupefacente.

Ma Eterna ha anche tanti lati positivi. Degno di nota è infatti lo stile della Álvarez che, seppure giovanissima, scrive già come un'autrice affermata. Le descrizioni minuziose e puntuali allungano all'inverosimile la storia, ma hanno il pregio di descrivere in maniera impeccabile luoghi, personaggi e atmosfere.
È proprio dalle descrizioni che risulta evidente il lungo lavoro di documentazione che c'è dietro questo romanzo. Troppo spesso mi è capitato di leggere romanzi con ambientazioni storiche pieni di refusi, ma la Álvarez si dimostra un'autrice decisamente preparata, onesta e degna di stima.
Resta il fatto che, per quanto mi riguarda, durante la lettura è mancato qualcosa, quella scintilla che ti infiamma e che accende l'immaginazione.
Sconsigliato a chi ama autori dallo stile più incalzante, Eterna è il libro ideale per chi vuole prendersi il suo tempo e calarsi in una lettura impegnativa che, se si ama il genere gotico, può risultare veramente soddisfacente.



5 commenti:

  1. ciao pamela, la tua recensione ha fatto luce su molte parti che leggendo la trama avevo solo sospettato. non sapevo della lunghezza del romanzo. personalmente credo che il debutto di una serie stia nel creare un primo libro intrigante e di facile lettura. 500 pagine mi sembra una mossa davvero audace, come hai detto tu. detto ciò non mi è sembrata una storia originale. non credo di avere la voglia necessaria per intraprendere questo tipo di lettura sopratutto sapendo che è una saga. in ogni caso scrivi molto bene!^^

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    1. Ti ringrazio per il complimento!! =)
      Però preciso che il libro è autoconclusivo! Proprio per questo, e per la sua mole, penso che la Fanucci avrebbe fatto meglio a trasformarlo in una minisaga, magari di due libri =)

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  2. Credo che sia un bel libro!!!
    non vedo l'ora di leggerlo!!! :)
    non mi spaventano le 500 pagine!!!

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