giovedì 31 maggio 2012

RECENSIONE
Il canto della rivolta, di Suzanne Collins


Il canto della rivolta. Hunger Games
Suzanne Collins


 


Editore: Mondadori
Pagine: 370, rilegato
Prezzo: 17,00 

LA TRAMA

Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata...



LA RECENSIONE


Come esprimere la mia delusione per questo romanzo? Da dove cominciare?
Cominciamo dalle mie aspettative, che è un eufemismo definire altissime. Sarà che io non avevo mai letto niente di così travolgente, prima di quel 27 dicembre 2009, quando scoprii  Hunger Games.
Non fraintendetemi: leggo da quando sono piccola, quindi avevo già letto moltissimi libri "bellissimi", "commoventi", "geniali", "intelligenti", "divertenti", "toccanti", ecc...ma mai niente che desse così tanta assuefazione.
Restai due giorni incollata al divano a leggere quella cosa da cui non riuscivo a staccarmi. Un libro, o meglio un intero mondo, che non avevo mai visto prima e che improvvisamente mi si spalancava davanti.
Un'ambientazione distopica che riusciva a rievocare le atmosfere crudeli ed inquietanti (eppure così intriganti) di 1984, mescolate al linguaggio secco e diretto dei migliori young adult di oggi.
Due protagonisti reali, autentici, e così umani nella loro forza e nelle loro debolezze: Katniss, fredda ma determinata; Peeta così buono ed ingenuo.
Finalmente uno young adult che non parlava di esseri sovrannaturali, di eroi con super poteri, così sicuri e pieni di sé. Solo pura realtà, tesa però verso un futuro che (chissà, col futuro non si può mai dire) appariva assurdo eppure così probabile.
Ecco, questa sarebbe la mia recensione di Hunger Games e, perché no, anche di La ragazza di fuoco che, con la sua seconda arena (ancora più bella della prima) mi ha nuovamente incantata.


**ATTENZIONE: SPOILER**

Poi passano 2 anni.
Arriva il terzo libro. L'ultimo. E ritrovo dei personaggi che non sono più loro. 
Sembrano usciti da una penna differente, come se Suzanne Collins avesse perso il controllo delle sue creature, o come se qualcun'altro se ne fosse impossessato.
Katniss è irriconoscibile, e tutti i suoi comportamenti sono ingiustificati: la speranza che esistesse il Distretto 13, la necessità di scatenare una ribellione, il suo amore per la vita e la sua dedizione alla causa "salvare la persona a cui sarà per sempre debitrice" (ovvero Peeta) scompaiono.
La nuova Katniss è una ragazza che si nasconde negli armadi e che non vuole affrontare ciò che lei stessa ha scatenato.
Disperata per la cattura di Peeta non pensa ad altro che al proprio dolore e al senso di colpa per averlo abbandonato, più che preoccuparsi di quanto possa stare male lui, torturato da Capitol City.
Le prima 200 pagine del libro scorrono immobili. 
Poi, la svolta: Peeta viene liberato. E il colpo di scena: cerca di uccidere Katniss.
Riprogrammato per odiare la ragazza che amava, Peeta è irriconoscibile. Le persone intorno a lui tentano (come è giusto che sia) il tutto per tutto per riportare in superficie il vecchio Peeta, quello super gentile, ingenuo e generoso. Quello che ama Katniss e la difenderebbe a costo della sua vita. Quello che si è sentito in colpa persino per aver ucciso accidentalmente una sua rivale nei suoi primi Hunger Games.
Niente di tutto quello esiste più, e Katniss cosa fa? Si dispera? Cerca di combattere contro le torture di Capitol City e di riportare indietro "il suo Peeta"? No, si incazza.
Si incazza e, dato Peeta per perso, decide di votare interamente la sua vita ad uno scopo supremo: uccidere il Presidente Snow con le sue mani.
Così parte per una missione assurda con un gruppo ancora più assurdo, composto da ragazzini scampati alle precedenti edizioni degli Hunger Games (ma dove sono finiti i veri soldati del Distretto 13?) e (a sorpresa) persino da Peeta stesso, che nel frattempo si è ripreso, bo, forse, non si sa.

La missione va avanti per le lunghe, finché l'autrice decide di affrettare i tempi: mette fuori gioco Katniss durante un'esplosione e la guerra si risolve da sé.
Nel frattempo si decide che un antagonista nel racconto non basta! Spunta infatti la Presidente del Distretto 13, Coin, che improvvisamente diventa ancora più crudele di Snow: fa esplodere centinaia di bambini innocenti durante l'attacco a Capitol City e poi propone pure una nuova edizione degli Hunger Games, ma coi bambini di Capitol City (quelli che non ha ancora ucciso). Ma che meraviglia!

Tra morti giustificate e altre decisamente meno (vedi Finnick e Prim), Katniss compie il suo proposito di uccidere il Presidente Snow? Più o meno.
Morale della favola: i due cattivi sono neutralizzati, e Katniss e Peeta vivranno insieme in un mondo diverso, di cui non sappiamo nulla, a parte che non ci sono più Hunger Games. 

E finalmente quell'amore tra Katniss e Peeta che ha tenuto sospeso il lettore per ben tre volumi emergerà alla luce del sole, brillante, chiaro e completamente realizzato...vero o falso? Falso.



11 commenti:

  1. Pam, quando ho finito di leggere il terzo volume mi sono sentita così... delusa. Ecco, è questa la parola. Delusa perché mi aspettavo che la Collins mi desse un finale vero e invece no. Il crescendo dei due libri precedenti si è sgonfiato e concordo con quanto hai detto. Ci son rimasta proprio male.

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    1. Eh, anche io =( Non posso davvero credere che una saga così bella sia stata buttata via in questo modo. Uno spreco....

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  2. Non è il mio genere, ma sai cosa credo? che sia il problela di quasi tutte le serie al di sopra dei tre libri. Andando avanti credo anche gli autori si stufino, almeno questa l'impresione che ho avuto quasi sempre!

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    1. Mmm, può essere...Eppure Harry Potter è arrivato illeso al settimo libro! Però in effetti non è la prima trilogia che mi delude: anche Bartimeus mi aveva tirato una mazzata finale...

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  3. finalmente qualcuno che la pensa come me!
    dopo aver girato l' ultima pagina il mio pensiero è stato: che delusione!
    questo perchè il libro non mi è piaciuto per niente già dalle prime pagine, ma speravo sempre che migliorasse andando avanti.
    invece , niente persino il finale se non fosse per l' ultima frase " quando sussurra: - Tu mi ami. Vero o Falso?- io gli rispondo - Vero." lascia l' amaro in bocca!

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    1. Ogni tanto qualcuno che la pensa come noi si trova per fortuna ^^ Ti capisco perfettamente..Peccato perché i primi due libri facevano proprio scintille...

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  4. Ciao Pamela,

    mi piace molto la tua recensione! Va direttamente al punto! ;)
    Ho appena finito di leggere l'ultimo libro e vorrei scambiare le miei impressioni con qualcuno.
    Sono d' accordo con te! I primi due libri sono imperdibili! Mentre il terzo e' molto diverso.

    Nei primi due libri Katniss e' obbligata ad eseguire gli ordini di Capitol City. Dal modo di vestire, di agire, di parlare al pubblico. Lei e' una pedina dei loro giochi. Ma nonostante tutto, e' ancora lei. Viviamo con lei, mentre passo per passo crea il suo destino.
    Nel terzo libro, lei e' una pedina di un gioco ancora piu' grande di lei. Non si capisce bene cosa vogliano da lei. A volte la vogliono come simbolo, a volte vogliono ucciderla e trasformarla in una martire. Non si capisce bene.
    Nei primi libri sappiamo ancora che nonostante i trucchi ed i vestiti, si nasconde Kantniss, la ragazza del 12 dispretto. Mentre nell' ultimo libro perdendo la sua casa, la sua sorellina, Gale e Peeta, lei non sa piu' chi e'.

    Un' altra differenza sostanziale e' la presenza degli Hunger Games.
    Lei sa che si tratta di un gioco e che prima o poi finira'. Le regole sono: se sopravvivi = vinci.
    Inoltre per tutta la durata dei giochi sa che il vero nemico contro cui sta combattendo e' Capitol City.
    Nel terzo libro tutto cambia. Non si tratta piu' di un semplice gioco, un' arena. Si tratta del mondo reale. Ed in questo mondo cosi crudo sopravvivere sono non significa per forza= vincere. Sopravvivere significa vivere ogni giorno riuscire a convivere ogni giorno con il fatto che hai assassinato qualcuno. Negli Hunger Games non hai scelta. Mentre nella vita reale si.
    Così ecco che Katniss capisce che nel mondo reale il vero NEMICO non e' solo Capitol City. Ci sono i ribelli che uccidono tantissimi innocenti( fra cui il gruppo di bambini e Prim).Ai miei occhi loro sono alla pari dei Capitol City. Per non dimenticare il fatto che anche Katniss si trasforma da eroina ad un nemico.

    Percui e' normale trovare in questo libro una eroina che si nasconde negli armadi, che rinnega se stessa, che non sa aiutare Peeta.
    In qualche modo riesco a capire cio' che sta passando e non riesco a condannarla. La guerre riesce a togliere tutto cio' che hai.

    Cosa ne pensate voi invece? Provate un po' di indulgenza per Katniss?

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    1. Grazie per la tua dettagliatissima osservazione!
      Mi trovo d'accordo con te su tutto, anche se non riesco proprio a togliermi dalla testa l'idea che l'autrice abbia buttato al vento, con il terzo libro, troppi spunti buoni.
      Certo, potrei provare indulgenza per la Katniss del terzo libro, se solo non avessi conosciuto la Katniss del primo e secondo....

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  5. Per capire il finale, forse bisognerebbe capire la visione della Collins della guerra.
    L' autrice pensa che sia giusto dare il via ad una rivoluzione, ma ci fa notare che spesso gli oppressi diventano i mercenari. Avete visto anche voi che i ribelli hanno assassinato il gruppo di bambini davanti alla casa di Snow ed hanno sacrificato i loro alleati medici che sono andati ad aiutarli! Per non parlare del fatto che hanno programmato un' ultima edizione degli Hunger Games! Altrimenti avrebbero spazzato via tutti gli abitanti di Capitol City! Ma stiamo scherzando! Proprio loro, il distretto 13 che ha provato sulla propria pelle il genocidio, ora ha il coraggio di rifare la stessa cosa con gli abitanti di capitol City?
    Questa rivoluzione non e' stata spinta dalla desiderio di liberta' e di pace. E' stata spinta dalla sete di vendetta! Per questo motivo i nostri protagonisti spesso non sanno piu' chi sono: le vittime o i mercenari.
    Per questo motivo il finale e' crudo e pessimista.

    Ma nonostante tutto, in questo finale riesco a vedere anche un briciolo di speranza. E la speranza e' data da Peeta! Un ragazzo con un animo puro e gentile. Lui e' riuscito a vedere tutto questo.
    "- [...] Adesso ci troviamo in quello stupendo periodo in cui tutti concordano che i nostri ultimi orrori non dovranno mai ripetersi - dice lui - Ma di solito il pensiero collettivo ha vita breve. Siamo creature stupide e incostanti, con la memoria corta e un gran talento per l'autodistruzione. Anche se...chissà, magari questa sarà la volta buona, Katniss"
    "Che quello di cui ho bisogno per sopravvivere non è il fuoco di Gale, acceso di odio e di rabbia. Ho abbastanza fuoco di mio. Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita anziché distruzione."

    Peeta e' la speranza per questo nuovo mondo. Katniss l' ha capito nel secondo libro, e' per questo che ha desiderato cosi tanto tenerlo in vita.

    Non so voi, ma io mi immagino un futuro Panem, in cui una nuova guerra civile scoppiera' ed una persona con l' animo di Peeta oppure Peeta stesso riuscira' a fermare tutto questo..

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  6. Ciao ho proprio oggi finito di leggere il terzo volume della saga di Hunger Games, perchè dopo il finale del due volevo sapere a tutti i costi come finisse. Secondo me non è il finale a lasciare l'amaro in bocca, ma tutto il contesto. Durante tutto il libro, Katniss si piange addosso perchè non rivede il Peeta di una volta, che nonostante l'amore corrisposto solo in breve nel secondo volume, non combatte per riportarlo indietro, anzi, alcune volte ha anche pensato di ucciderlo. Poi se avete notato, tra lei e lui, non ci sono momenti intimi in cui discutono, in cui lei gli dimostra di amarlo davvero.
    Per concludere il finale mi ha deluso un po' non tanto perchè Peeta e Katniss ritornano insieme, ma dal modo in cui tornano insieme. Di punto in bianco, la Collins scrive che Peeta e Katniss ricominciano a vivere insieme e tanto meno non mi è piaciuta la spiegazione del perchè. Ci fa credere che Katniss non lo ami davvero, ma lo sfrutti solo perchè non gli è rimasto nessun altro.

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    1. Sono d'accordo su tutto! La cosa più triste è che una storia tanto bella si sia persa via così...

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