giovedì 14 luglio 2011

RECENSIONE:
"Il club dei suicidi" di Albert Borris


Il club dei suicidi
Albert Borris

Editore: Giunti Y
Pagine: 224, rilegato
Prezzo: 14,50 €
ISBN: 9788809751750




LA TRAMA

Sul sedile posteriore dellamacchina il timido protagonista Owen ripensa ai suoi sette tentativi di suicidio fallito. Così iniziaCrash intome, un romanzo on the road, il viaggio strampalato della strana compagnia dei “Suicide Dogs”, quattro teenagers legati da un patto dimorte. Dopo essersi conosciuti in una chat per aspiranti suicidi, i ragazzi decidono di partire dal New Jersey e attraversare il paese in un pellegrinaggio che toccherà le tombe di alcune celebrità che si sono tolte la vita, dalla poetessa Anne Sexton, prima tappa a Boston, a Kurt Cobain, passando per Judy Garland, ErnestHemingway eHunter S. Thompson.Un rituale che dovrebbe preludere al loro stesso suicidio. Scenario drammatico per il traguardo: la Death Valley.



RECENSIONE

Con un titolo così, non ho nemmeno bisogno di perdermi in particolari presentazioni sulla tematica trattata nel libro.

La trama si riassume in poche parole: un gruppo di adolescenti stupidi e annoiati si vuole suicidare per ragioni sciocche e superficiali, ad eccezione forse del protagonista, Owen, che è l’unico ad avere uno minimo di spessore psicologico. 

Si forma così il Club dei Suicidi che prevede un viaggio alla scoperta dei suicidi più famosi (Ernest Hemingway, Marilyn Monroe, Kurt Cobain, ecc.) per poi giungere alla Death Valley dove, manco a dirlo, faranno un bel suicidio di gruppo!
Dopo essersi conosciuti in una chat per suicidi (evviva evviva) i 5 partono quindi per il loro folle viaggio.

Principio sì giolivo ben conduce, come diceva Matteo Maria Boiardo!

Peccato che durante il viaggio accadano delle cose che gli facciano cambiare idea sui loro propositi di morte. Le cose, nello specifico, sono queste: alcune ubriacature, una pomiciata, un po’ di sesso e un sacco di film del calibro di Harry Potter, 28 giorni dopo e Titanic.
E’ proprio  il caso di dirlo, queste si che sono le cose che ti fanno riscoprire il senso e il valore della vita!!

Insomma, il libro nasce e muore (scusate la battuta involontaria) nel più imbarazzante non-sense.

Il finale buonista alla “e vissero tutti felici e contenti”  era scontato. Non sto nemmeno a scrivere che è uno spoiler.
Certo, potreste pensare che se fosse finito con un suicidio di gruppo non sarebbe stato educativo per i ragazzi a cui il libro è rivolto, ma del resto non mi sembra nemmeno educativo un libro che parla di cinque ragazzini idioti che, mentendo ai loro genitori, si uniscono in un viaggio con l’intento comune di suicidarsi!

Insomma, certi libri non andrebbero scritti e basta. Dalle mie parti si dice “braccia rubate all’agricoltura”.






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