Questo di cui mi accingo a parlare è un libro molto particolare, soprattutto se consideriamo che è stato pubblicato nientemeno che da Einaudi (che, per quel che ne so, non ha mai pubblicato fantasy prima d’ora), e ancor di più se pensiamo che l’autrice è nata solamente 21 anni fa (ma forse fa più impressione dire che è del 1990!).
Superiamo lo shock della copertina (non bellissima, a mio parere) (o meglio – perché queste affermazioni necessitano sempre di giustificazioni costruttive – per nulla male, se non fosse per l’inquietantissima Artemide che compare sullo sfondo).
Superiamo, dicevo, il trauma della copertina e leggiamo la trama: Sara è una ragazza qualunque, lavora in un bar e ha un’amica scema (chi non ce l’ha?). Tutto normale, dunque; se non fosse che i genitori di Sara sono morti un anno fa in un incidente in cui è rimasta coinvolta anche lei stessa.
Sara ricorda poco niente di questo incidente, ad eccezione del volto e di alcuni atteggiamenti del colpevole della tragedia: un ragazzo sconosciuto che, con la sua moto rubata, si scontra con l’auto di Sara e poi nell’ordine: tira fuori Sara dall’auto distrutta, la strattona, la palpeggia, la bacia…e poi cade in coma!
Bè, c’è da dire che qualcosa in questa dinamica non funziona. Però si capisce subito che c’è sotto un mistero: perché un ragazzo che si schianta contro un’auto uccidendo delle persone si mette a strattonare e poi baciare la ragazzina superstite? Una spiegazione c’è, ed è pure ben congegnata.
Ma torniamo al principio. La storia comincia quindi così: Sara, traumatizzata dall’incidente e dalla perdita dei genitori, è ossessionata dalla figura di questo sconosciuto, che ora giace in coma all’ospedale e che lei non riesce a smettere d’andare a trovare quasi tutti i giorni. Sara giustifica queste continue visite come ripetuti tentativi di uccidere l’assassino dei genitori. Ma in realtà è subito evidente che quello per il giovane sconosciuto è un mix di odio e amore.
La cosa strana accade quando un numero sconosciuto (o, per meglio dire, anonimo) (perdonate la precisazione semantica ma era doverosa, in quanto “sconosciuto” presuppone che il numero sia visibile ma non in rubrica, mentre “anonimo” significa che il numero non compare affatto, come in effetti succede nel libro!) comincia ad inviarle messaggi che le ordinano di uccidere gli Dèi dell’Olimpo. Artemide, Persefone, Atena e tanti altri.
Ora, la cosa più bizzarra è che Sara è più inquietata dal fatto che un numero anonimo le scriva, piuttosto che dal fatto che gli Dèi esistano veramente! E che lei li debba uccidere, per di più!!
Ancora più strane sono le scene in cui lei effettivamente uccide gli Dèi in questione mentre, con l’altra mano, messaggia con l’entità sconosciuta/anonima!
Sarà, ma io proprio non riesco a concepire l’utilizzo della tecnologia moderna in un fantasy dark che parla di Apocalisse e di deicidio. La cosa mi ricorda molto il film The Ring, dove la bambina zombie telefonava per avvisare le sue vittime che sarebbero morte XD
Ma tant’è, la storia scorre incalzante. Nonostante le stranezze e le incongruenze, lo stile dell’autrice è molto ben curato e risulta praticamente impossibile smettere di leggere!
Senza contare che la mia preghiera di trasformare l’insensata comunicazione tramite sms in una ben più classica ma sempre efficace telepatia ad un certo punto del libro si avvera (!) e per fortuna Sara e lo sconosciuto (o meglio, la sconosciuta) cominciano a comunicare anche tramite il pensiero.
Per concludere: molto belle alcune scelte dell’autrice per quanto riguarda lo sviluppo della trama (non farò spoiler!); molto belli alcuni personaggi (Marte, soprattutto – anche se ho trovato piuttosto comica la cosa di farsi chiamare Martino!), meno utili altri (la sorella e il fidanzato li ho trovati “di troppo”, mentre Monica, l’amica scema e costantemente arrapata, l’avrei uccisa a pagina 2).
Avrei giusto apprezzato un po’ più d’introspezione,che forse avrebbe reso Sara più accessibile dal punto di vista psicologico.
Insomma, un romanzo migliorabile sotto molti punti di vista, ma con un potenziale molto molto alto. Quattro stelline perché:
1. è un libro d’esordio, di una ragazza che ha solo 21 anni (ma questa può sembrare una motivazione stupida e di circostanza, quindi fate finta che non l’ho detta) (però l’ho pensata)
2. il tema del deicidio mi sembra molto affascinante, e mi ricorda American Gods di Neil Gaiman (e questo è un grandissimo complimento!)
3. nonostante le incongruenze e le scelte un po’ discutibili la storia si lascia leggere perfettamente, anzi, come ho detto prima è molto difficile smettere di leggere!
E’ evidente, inoltre, che Giulia Besa sa scrivere, e pure molto bene! Lo sviluppo del suo primo libro diventa quindi, a mio parere, un fattore marginale nella valutazione complessiva di lei come scrittrice.
Le mie quattro stelle vogliono quindi premiare una ragazza che si è messa in gioco pubblicando un libro sì migliorabile, ma comunque di livello mooooolto superiore a certa robaccia che ci arriva ultimamente da oltreoceano. Tanto di cappello a Giulia Besa!
Grazie per questa recensione, mi ha aiutata a farmi un'idea più precisa di quello che è il primo romanzo di Giulia Besa. Mi trovo però in disaccordo con il voto che hai dato, secondo me, tralasciando la giovane età della autrice, è un due e mezzo, dove per cinque ci si riferisce ad un libro assolutamente imperdibile e perfetto. Ho comprato il libro di Besa ieri e oggi mi trovo già molto pentita, sono arrivata al capitolo sette e non ho capito ancora nulla, il libro è pieno di incongruenze, reazioni assurde, cose non dette e di un uso dello "show don't tell" assolutamente indiscriminato, rendendo la storia solo confusa e in molti passaggi, almeno per me, impossibile da capire. Sto facendo veramente fatica a comprendere come mai questo libro sia così consigliato, ho letto diversi romanzi scritti da giovani scrittori italiani e devo dire che questo fino ad adesso è il peggiore. Per me il difetto più grande che un libro può avere, è quello di costringerti a fermare la lettura per capire quello che sta succedendo e in questo libro succede veramente troppe volte. Mi farebbe piacere poterne discutere. Dimmi pure cosa ne pensi.
RispondiEliminaCiao, ti ringrazio per il tuo commento.
RispondiEliminaMotivo il mio voto (effettivamente arrotondato per eccesso) nei 3 punti che trovi a fine recensione.
Nel complesso ritengo che lo stile di Giulia Besa sia fresco e scorrevole e questo fa persino dimenticare le numerose lacune della trama.
L'idea principale, inoltre, è bella e coraggiosa e in quanto tale va premiata.
Nel complesso "Numero Sconosciuto" non è per nulla un libro indimenticabile, anzi, ma a fine lettura ho sentito di dover premiare questa ragazza, e non me ne pento.