Il canto della rivolta. Hunger Games
Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Pagine: 370, rilegato
Prezzo: 17,00 €
Prezzo: 17,00 €
LA TRAMA
Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata...
LA RECENSIONE
Come esprimere la mia delusione per questo romanzo? Da dove cominciare?
Cominciamo dalle mie aspettative, che è un eufemismo definire altissime. Sarà che io non avevo mai letto niente di così travolgente, prima di quel 27 dicembre 2009, quando scoprii Hunger Games.
Non fraintendetemi: leggo da quando sono piccola, quindi avevo già letto moltissimi libri "bellissimi", "commoventi", "geniali", "intelligenti", "divertenti", "toccanti", ecc...ma mai niente che desse così tanta assuefazione.
Restai due giorni incollata al divano a leggere quella cosa da cui non riuscivo a staccarmi. Un libro, o meglio un intero mondo, che non avevo mai visto prima e che improvvisamente mi si spalancava davanti.
Un'ambientazione distopica che riusciva a rievocare le atmosfere crudeli ed inquietanti (eppure così intriganti) di 1984, mescolate al linguaggio secco e diretto dei migliori young adult di oggi.
Due protagonisti reali, autentici, e così umani nella loro forza e nelle loro debolezze: Katniss, fredda ma determinata; Peeta così buono ed ingenuo.
Finalmente uno young adult che non parlava di esseri sovrannaturali, di eroi con super poteri, così sicuri e pieni di sé. Solo pura realtà, tesa però verso un futuro che (chissà, col futuro non si può mai dire) appariva assurdo eppure così probabile.
Ecco, questa sarebbe la mia recensione di Hunger Games e, perché no, anche di La ragazza di fuoco che, con la sua seconda arena (ancora più bella della prima) mi ha nuovamente incantata.
**ATTENZIONE: SPOILER**
Poi passano 2 anni.
Arriva il terzo libro. L'ultimo. E ritrovo dei personaggi che non sono più loro.
Sembrano usciti da una penna differente, come se Suzanne Collins avesse perso il controllo delle sue creature, o come se qualcun'altro se ne fosse impossessato.
Katniss è irriconoscibile, e tutti i suoi comportamenti sono ingiustificati: la speranza che esistesse il Distretto 13, la necessità di scatenare una ribellione, il suo amore per la vita e la sua dedizione alla causa "salvare la persona a cui sarà per sempre debitrice" (ovvero Peeta) scompaiono.
La nuova Katniss è una ragazza che si nasconde negli armadi e che non vuole affrontare ciò che lei stessa ha scatenato.
Disperata per la cattura di Peeta non pensa ad altro che al proprio dolore e al senso di colpa per averlo abbandonato, più che preoccuparsi di quanto possa stare male lui, torturato da Capitol City.
Le prima 200 pagine del libro scorrono immobili.
Poi, la svolta: Peeta viene liberato. E il colpo di scena: cerca di uccidere Katniss.
Riprogrammato per odiare la ragazza che amava, Peeta è irriconoscibile. Le persone intorno a lui tentano (come è giusto che sia) il tutto per tutto per riportare in superficie il vecchio Peeta, quello super gentile, ingenuo e generoso. Quello che ama Katniss e la difenderebbe a costo della sua vita. Quello che si è sentito in colpa persino per aver ucciso accidentalmente una sua rivale nei suoi primi Hunger Games.
Niente di tutto quello esiste più, e Katniss cosa fa? Si dispera? Cerca di combattere contro le torture di Capitol City e di riportare indietro "il suo Peeta"? No, si incazza.
Si incazza e, dato Peeta per perso, decide di votare interamente la sua vita ad uno scopo supremo: uccidere il Presidente Snow con le sue mani.
Così parte per una missione assurda con un gruppo ancora più assurdo, composto da ragazzini scampati alle precedenti edizioni degli Hunger Games (ma dove sono finiti i veri soldati del Distretto 13?) e (a sorpresa) persino da Peeta stesso, che nel frattempo si è ripreso, bo, forse, non si sa.
Così parte per una missione assurda con un gruppo ancora più assurdo, composto da ragazzini scampati alle precedenti edizioni degli Hunger Games (ma dove sono finiti i veri soldati del Distretto 13?) e (a sorpresa) persino da Peeta stesso, che nel frattempo si è ripreso, bo, forse, non si sa.
La missione va avanti per le lunghe, finché l'autrice decide di affrettare i tempi: mette fuori gioco Katniss durante un'esplosione e la guerra si risolve da sé.
Nel frattempo si decide che un antagonista nel racconto non basta! Spunta infatti la Presidente del Distretto 13, Coin, che improvvisamente diventa ancora più crudele di Snow: fa esplodere centinaia di bambini innocenti durante l'attacco a Capitol City e poi propone pure una nuova edizione degli Hunger Games, ma coi bambini di Capitol City (quelli che non ha ancora ucciso). Ma che meraviglia!
Tra morti giustificate e altre decisamente meno (vedi Finnick e Prim), Katniss compie il suo proposito di uccidere il Presidente Snow? Più o meno.
Morale della favola: i due cattivi sono neutralizzati, e Katniss e Peeta vivranno insieme in un mondo diverso, di cui non sappiamo nulla, a parte che non ci sono più Hunger Games.
E finalmente quell'amore tra Katniss e Peeta che ha tenuto sospeso il lettore per ben tre volumi emergerà alla luce del sole, brillante, chiaro e completamente realizzato...vero o falso? Falso.