Starcrossed
Josephine Angelini
Editore: Giunti Y
Pagine: 464, rilegato
LA TRAMA
Helen, timida adolescente di Nantucket, sta quasi per uccidere il ragazzo più attraente dell'isola, Lucas Delos, davanti a tutta la sua classe. L'episodio si rivela essere qualcosa di più di un mero incidente. Helen teme per la sua salute mentale: ha iniziato ad avere incubi di notte e allucinazioni di giorno. Ogni volta che vede Lucas le appaiono tre donne che piangono lacrime di sangue. Il tentato omicidio porta Helen a scoprire che lei e Lucas non stanno facendo altro che interpretare i ruoli di un'antica tragedia d'amore. Le apparizioni femminili rappresentano infatti le Erinni. Helen, come l'omonima Elena di Troia, è destinata a dare inizio alla guerra a causa della sua relazione con Lucas. I due scoprono sulla loro pelle che i miti non sono leggende. Ma è giusto o sbagliato stare con il ragazzo che si ama se questo significa mettere in pericolo il resto del mondo? Come si sconfigge il destino?
RECENSIONE
Protagonista di questo romanzo (commovente la notizia che si tratti “solo” di una trilogia, dato che la moda del momento è ormai diventata l’impronunciabile “eptalogia”) (e, voglio dire, al di là del fatto che la parola “eptalogia” non si può proprio sentire, ma come è possibile che io debba impiegare minimo 7 anni per leggere un’intera saga??) (ad eccezione di Harry Potter, che è l’unica saga che si sia potuta permettere questo privilegio) (ok, ok, ho finito con le parentesi!), è Helen. Super-bella, super-alta, super-forte, super-veloce. Insomma, proprio una ragazza qualunque!
Anche se il lettore capisce già a pagina 1 che Helen è destinata a grandi imprese, lei non ne vuole sapere di essere una ragazza speciale! Lei è assolutamente super-mega-ultra normale! Si..ok..a pagina 40 si avventa sul ragazzo più bello e muscoloso della scuola nel tentativo di ucciderlo A MANI NUDE…ma quale ragazza normale non lo farebbe??
Fin da subito, quindi, stupisce come la protagonista (in teoria super-intelligente) non si accorga proprio di non essere del tutto umana.
Persino la faccenda della madre – sparita subito dopo averla data alla luce senza nemmeno lasciare una foto di sé, né qualunque altra traccia della sua esistenza – pare non insospettirla sulle sue origini quantomeno misteriose.
Ma al di là di queste contraddizioni di base, la cosa più imbarazzante è la quantità di cose che la Angelini sembra aver rubato qua e là dai più recenti young adult.
Forse dire che Claire (l’amica di Helen) è la fotocopia di Laslie (l’amica di Gwendolyn in Red di Kerstin Gier) è un po’ una cattiveria. In fondo può darsi benissimo che la Angelini non abbia idea di chi sia Kerstin Gier, figurarsi quindi copiarle un personaggio. Ma di Stephenie Meyer avrà quantomeno sentito parlare! Cosa dire, quindi, della famiglia Delos, così spaventosamente simile ai Cullen? Perchè Helen parla come Bella? E come spiegare i paragrafi interamente copiati da Twilight?
Una cosa positiva, però l’ho trovata: il filone narrativo di Starcrossed non appartiene né alle quotatissime schiere dei vampiri e dei licantropi, né tantomeno a quelle emergenti degli angeli e degli zombie (Dio ce ne scampi!), bensì alla tematica della mitologia greca.
Peccato, però, che nemmeno la tematica mitologica sia una trovata particolarmente innovativa. E’ piuttosto evidente, infatti, quanto Helen sia sostanzialmente una Percy Jackson “in gonnella”.
E che dire di questa tendenza di tutto lo young adult degli ultimi 7 anni a prendere come protagonisti degli adolescenti “mezzosangue”?
Semi-dei, semi-vampiri, semi-lupi. Una moda che prende origine nientemeno che dai “mezzosangue” (semi-streghe e semi-maghi) di Harry Potter.
Ma del resto anche la Rowling aveva scopiazzato da Diana Wynne Jones!
Insomma, è ormai evidente come la letteratura per ragazzi del 2011 sia figlia di un’antica e consolidata tradizione di furti da opere precedenti che non avrà mai fine.
Solo che ci sono autori che - come a succede con le verifiche a scuola - sanno copiare cambiando le parole quel tanto che basta per creare qualcosa di personale; e ci sono autori che copiano pari pari dal compagno di banco, per poi stupirsi dei voti bassi.